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Di seguito, riassumo alcuni passaggi:
Grazie agli ottimi disegni di Joe Vigil, ci pervengono nero su bianco le avventure di Calavera, o Francisca Calavera, una donna-mercenario nata da un terribile esperimento di frankensteiniana memoria. Calavera, dotata suo malgrado di artigli d’acciaio a metà tra le mani di forbice messe in scena da Tim Burton e gli strani superpoteri dei cattivi Marvel, passa le sue notti a caccia ai mostri da massacrare, siano essi di natura umana (come il serial killer omosessuale Macho Machete) o subumana (licantropi, vampire fellanti e chi più ne ha più ne metta). Visti i tempi che corrono (rigorosamente all’indietro), il buon Teodorani conquista la mia stima imperitura: non solo per la determinazione, ma anche e soprattutto per avere l’ardire di riproporre un genere che a suo tempo ho macinato come il pane e che in seguito ho visto progressivamente sparire dai palinsesti per lasciare il posto al più becero (e tranquillizzante) fumetto seriale, il cui finto “politically scorrect”, nella maggior parte dei casi, mi è odioso quanto il sale nel caffè…
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